Se hai visto Arrival, non hai capito cosa significa e ti sei trovato spaesato di fronte alla complessità della trama, non preoccuparti: sei in buona compagnia! Questo capolavoro del 2016, diretto da Denis Villeneuve, è tanto affascinante quanto impegnativo da decifrare. Di seguito, ti offro una spiegazione dei punti chiave che potrebbero esserti sfuggiti.
Arrival, un film sul linguaggio (non sugli alieni)
A prima vista, Arrival potrebbe sembrare un classico film di fantascienza con protagonisti extraterrestri. Tuttavia, la sua vera essenza risiede nello studio del linguaggio e della comunicazione. Il tema centrale ruota attorno all’idea che il linguaggio non solo riflette la realtà, ma la modella. Cambiare il modo in cui si comunica può letteralmente trasformare la percezione del mondo. Possiamo dire che è un film post-apocalittico, di fantascienza, sci-fi, ma soprattutto un film sul linguaggio e si avvicina molto alla psicologia.
La protagonista, Louise Banks, è una linguista incaricata di decifrare il linguaggio degli alieni. Prima di ottenere il ruolo, viene sottoposta ad un test: le viene chiesto di tradurre la parola sanscrita “yuddha”, che lei interpreta come “desiderio di possedere più mucche”. Questa traduzione mette in evidenza la differenza culturale che si cela dietro le parole, ribadendo come il linguaggio sia il riflesso di una visione del mondo unica e complessa.
Un altro linguista, incaricato di tradurre la stessa parola, l’aveva interpretata come “guerra” ed era stato scartato, in quanto la sua traduzione era più breve ed essenziale ma non rifletteva il senso più profondo del termine. In sanscrito non esiste una parola come “guerra” e nella nostra lingua non si trova un termine complesso come “yuddha”. Questo ci deve far capire che dietro ad una parola non c’è solo un insieme di lettere ma ci sono culture, storie e significati non traducibili.
Durante il film, un messaggio alieno viene erroneamente tradotto come “offrire un’arma”. Questa incomprensione innesca una reazione a catena che porta gli Stati della Terra a prepararsi per una guerra contro gli alieni. In realtà, gli alieni stavano cercando di condividere uno “strumento” linguistico per migliorare la comunicazione tra le specie.
Perché gli alieni sono raffigurati come eptapodi
La scelta di rappresentare gli alieni come eptapodi con un aspetto che richiama quello delle seppie non è casuale. Questo design non punta a una raffigurazione realistica degli alieni, ma piuttosto a un’immagine simbolica. La seppia, con il suo inchiostro, rappresenta l’idea di scrittura e comunicazione visiva, concetti fondamentali nel film.
Il linguaggio degli eptapodi infatti è radicalmente diverso dal nostro. Mentre gli esseri umani scrivono in maniera lineare, gli alieni utilizzano una scrittura circolare, palindroma, che può essere letta da qualsiasi punto senza perdere significato. Questo modo di comunicare riflette una visione del tempo non lineare, dove passato, presente e futuro coesistono. Anche nella nostra lingua italiana esistono parole e frasi palindrome, che lo stesso significato se lette da destra a sinistra o da sinistra a destra: ad esempio “anna”, “Ai lati d’Italia”, “ama”, “otto”, “radar”, “i topi non avevano nipoti”. Queste sono però delle eccezioni e la nostra lingua non è fatta per essere lette in entrambi i sensi.
Durante il film Louise, imparando a pensare e comunicare come gli eptapodi, acquisisce una nuova percezione del tempo, riuscendo a vedere eventi futuri e passati come un unico insieme. Questo cambiamento la porta a compiere scelte cruciali per la sua vita, affrontando con consapevolezza sia il dolore che la bellezza del destino che l’aspetta.
Gli eptapodi spruzzano di colpo le loro frasi con l’inchiostro e le frasi hanno forma circolare, le si può leggere in qualunque maniera. Scrivere e parlare in questo modo ha plasmato le loro menti e gli consente di fare una cosa che noi esseri umani non riusciamo: viaggiare nel tempo. Per loro infatti il tempo non è lineare ma circolare e possono muoversi da un punto ad un altro della storia. Proprio così i due alieni Tom e Gerry (come li chiama affettuosamente Louise) sono arrivati sulla Terra dal futuro.
Arrival è quindi un viaggio filosofico ed emozionante che esplora la relazione tra linguaggio, percezione e realtà. Se ti è sfuggita la profondità della trama, una seconda visione, accompagnata da queste riflessioni, ti permetterà di coglierne appieno la ricchezza.