“Tokyo Godfathers” (lett. “i padrini di Tokyo”) può essere quello che cerchi se vuoi rimanere nel mondo dell’animazione giapponese e nel contempo immergerti nell’atmosfera natalizia occidentale. Questo lungometraggio, diretto da Satoshi Kon, si svolge in una Tokyo innevata nei giorni che precedono il Capodanno, regalando un’atmosfera unica e coinvolgente, grazie alla sua ambientazione invernale e ai temi toccanti.
Un omaggio al romanzo “Three Godfathers”
Realizzato nel 2003, il film trae ispirazione dal romanzo “Three Godfathers” (1913) di Peter Kyne, in cui tre rapinatori in fuga si prendono cura di un neonato, dopo che la madre è deceduta durante il parto. Quest’opera ha influenzato diversi adattamenti cinematografici, tra cui il celebre “In nome di Dio” (1948) di John Ford, ambientato nell’epoca dei cowboy. Satoshi Kon riprende questo spunto narrativo ma lo reinterpreta con ambientazioni moderne e protagonisti profondamente diversi.
Ti ricordo che l’autore è lo stesso del capolavoro “Perfect Blue”.
I tre protagonisti: storie di emarginazione e riscatto
Nel cuore di Tokyo, seguiamo le vicende di tre senzatetto:
- Hana, una drag queen che sogna di diventare madre. Un tempo performer in un locale notturno, abbandona tutto dopo una serie di eventi dolorosi. Hana è una persona alta e statuaria, che però ha deciso di vestire i panni di una donna, cambiando nome. La vita di Hana ha subito un duro colpo quando il suo migliore amico, Ken, è deceduto per Aids. Inoltre una sera ha un acceso diverbio con un cliente e finisce a prenderlo a scazzottate. In preda al rimorso, se ne va da quel locale e da quel gruppo di amicizie che erano la sua unica famiglia. Comincia così la sua vita come senzatetto.
- Gin, un alcolizzato con un passato che preferirebbe dimenticare. Mente spesso sulla sua vita, ma nasconde verità più amare. Racconta varie bugie sulla sua provenienza, perché non vuole svelare la realtà dei fatti. Dice di essere stato un campione di ciclismo, escluso dalle gare per doping. Afferma di aver perso la figlia per una brutta malattia e successivamente anche la moglie è morta a causa del dolore. In realtà sua moglie e sua figlia sono vive. Gin é scappato di casa perché il suo negozio di biciclette faticava a decollare e lui passava le giornate tra vizi e dipendenze varie, sperperando denaro. Per la vergogna quindi decise di andarsene di casa.
- Miyuki, una giovane scappata di casa dopo un acceso litigio con il padre, un poliziotto, che crede di aver accoltellato. Miyuki è una ragazzina ribelle, un po’ paffuta e in piena crisi adolescenziale. Dopo l’incontro con Hana e Gin, vive con loro da sei mesi e si nasconde perché crede di essere ricercata per tentato omicidio. In realtà il padre ha solo buone intenzioni nei suoi confronti e la vuole ritrovare per portarla a casa.
La trama di Tokyo Godfathers
La svolta arriva la notte di Natale, quando i tre trovano una neonata abbandonata in un cassonetto. Decidono di rintracciare i genitori seguendo i pochi indizi disponibili, dando inizio a un viaggio ricco di coincidenze straordinarie e incontri imprevedibili.
Nel corso della storia, i protagonisti si trovano coinvolti in situazioni rocambolesche: dal soccorrere un uomo ricco incastrato sotto la sua auto, al trovarsi nel mezzo di un regolamento di conti tra bande criminali.
Ogni incontro li avvicina alla verità sulla neonata e, allo stesso tempo, li porta a confrontarsi con i loro passati irrisolti. Il film si chiude con un intreccio di eventi soprannaturali e momenti di grande emozione. La magia del film non risiede in una bambina dai poteri sovrannaturali, ma nella trasformazione interiore dei personaggi, che riscoprono speranza, amore e un senso nella vita. La magia è scaturita proprio dall’incontro e dalla trasformazione delle loro anime! Tokyo Godfathers è un racconto profondo e ricco di simbolismo, perfetto per chi cerca una storia che scalda il cuore durante le festività.
Per immergerti nella magia del Natale ci sono anche i due OAV di “Itsudatte My Santa“